#IORESTOACASA ….CON I MIEI FIGLI!
Sopravvivere alla quarantena con figli dai 3 ai 12 anni
Le notizie che corrono, le regole che ci vengono richieste, i cambiamenti che siamo costretti ad attuare nelle nostre vite possono comportare difficoltà di adattamento e l’isolamento può esaurire tutte le nostre risorse per affrontare la situazione.
Quando in tutta questa nuova situazione siamo anche genitori, dobbiamo necessariamente riuscire a gestire la situazione al meglio sia per noi che per i nostri figli.
È fondamentale, in questi momenti, mantenere la lucidità per evitare di creare stati di confusione che rischiano di peggiorare la situazione.
Proprio per questo motivo, ho deciso di fare questa guida a supporto di genitori e bambini.
L’impatto psicologico della quarantena su adulti e bambini può essere molto forte, soprattutto quando non sappiamo bene quando e come finirà questo periodo difficile.
Le abitudini nostre e dei nostri figli sono improvvisamente cambiate, stravolte, abbiamo tutti dovuto cambiare le nostre routine, il tutto unito a notizie che possono preoccupare e confondere causando stress e tensioni in tutta la famiglia.
I bambini ci ascoltano anche quando pensiamo stiano giocando per i fatti loro, sentono le nostre preoccupazioni, le nostre emozioni, assorbendo malumori e tensioni.
A causa dei cambiamenti avvenuti a seguito della quarantena i bambini hanno dovuto vedere venir meno la soddisfazione di alcuni dei loro bisogni fondamentali: stare all’aria aperta, correre, saltare, giocare al parco, imparare a scuola insieme ai compagni di classe, fare il proprio sport preferito, ecc.
Qualcuno può essersi abituato inizialmente bene al cambiamento, felice di un inaspettato periodo di vacanza senza compiti e orari da rispettare, ma prima o poi tutti i bambini inizieranno a sentire la pesantezza del cambiamento.
Alcuni bambini probabilmente inizieranno a ribellarsi, faranno fatica a seguire le indicazioni che diamo loro e proveranno a sfidarci e a rispondere in modo negativo.
Alcuni faranno liti furiose con i fratelli.
Alcuni invece potrebbero avere disturbi del sonno, incubi, potrebbero richiedere maggiori attenzioni da parte del genitore nel corso della notte, chiedendo di stare nel lettone.
Alcuni potrebbero avere una tendenza a piangere più del solito.
In tutte queste situazioni il bambino sta esprimendo come riesce il proprio disagio.
Nel corso dell’infanzia i bambini devono essere educati alle emozioni, ed è quindi molto probabile che ancora non riescano ad esprimere a parole la paura, la rabbia o la noia che la situazione sta generando in loro.
1. Costruiamo nuove abitudini
I bambini hanno bisogno di limiti, regole e abitudini, per sentirsi sereni, in un ambiente sicuro. Avere abitudini relativamente fisse fa sentire al bambino di non perdersi nel susseguirsi di giornate tutte uguali tra loro.
Cercate di mantenere orari “relativamente” fissi.
Se non ci sono orari fissi per collegarsi online con gli insegnanti, possiamo stabilire un orario flessibile, per evitare la fastidiosa sveglia! È però importante non lasciare che il momento della sveglia si dilunghi fin verso l’ora di pranzo, o almeno non tutti i giorni, possiamo ad esempio decidere di mantenere il sabato e la domenica come giornate di libertà da questo punto di vista, ma dal lunedì al venerdì mantenere comunque un orario vicino al solito, ad esempio decidere di svegliarsi entro le 9:00/9:30.
Lo stesso vale per l’ora di pranzo, cena e per l’orario in cui si va a letto. In questo periodo è utile una maggiore flessibilità rispetto al solito, ma è sempre molto importante non lasciare andare completamente le abitudini e rischiare di arrivare ad un’inversione di giorno e notte ad esempio, ciò determinerebbe un’alterazione dei ritmi biologici e non gioverebbe al nostro umore.
Cercate di coinvolgere i bambini in piccoli compiti quotidiani.
I Piccoli compiti quotidiano consentono di trovare nuove abitudini che possano sostituire quelle vecchie, e di far sentire il bambino in grado di aiutare e di “saper fare”.
Già a partire dai 2-3 anni possiamo chiedere ai bambini di provare a rifarsi il letto ogni mattina, mantenere in ordine la stanza, apparecchiare e sparecchiare. Man mano che crescono i bambini possono essere utili in compiti sempre più complessi, come spazzare, lavare i piatti, ecc.
I compiti dovrebbero essere proposti come attività che permettono a tutta la famiglia di gestirsi al meglio e di far funzionare l’intera squadra.
Sarebbe utile non farli vivere come un’imposizione, ma come gioco, cercando di stare al loro fianco con allegria e amore.
Lo scopo finale è guidarli nella conquista dell’autonomia, e magari tali nuove abitudini saranno un buon residuo di questo isolamento forzato, che rimarrà in futuro.
Utilizzate la tecnologia come alleata.
Gli studi neuropsicologici sconsigliano l’uso di dispositivi elettronici sotto i 6 anni di età, e fino ai 10/12 anni andrebbero fortemente limitati.
Tuttavia in questo periodo difficile in cui siamo costretti a passare tutto il nostro tempo in casa l’utilizzo di televisione, tablet, smartphone e videogiochi può diventare un’utile risorsa, basta avere i dovuti accorgimenti e limitare il numero di ore settimanali.
La tecnologia, infatti, permette al bambino di staccarsi momentaneamente dalla realtà, e “vivere” altre storie in altri posti e con personaggi fuori dalla sua quotidianità.
Nella vita “normale” questo bisogno viene soddisfatto da un’uscita all’aria aperta, una gita nel bosco, una visita ad un amico che non vede da tempo, o anche solo dai giochi di ruolo che fa con i coetanei.
In questo periodo di forte limitazione di stimoli esterni la tecnologia può aiutare e diventare un’alleata nella gestione della quotidianità.
Ben venga quindi l’uso della tecnologia, ma con regole e tempi stabiliti.
Meglio preferire il pomeriggio per l’uso di tali dispositivi, poiché la maggiore energia del mattino sarebbe meglio utilizzarla per fare i compiti o per attività creative e interattive con genitori e/o fratelli. Nel pomeriggio i bambini sono più stanchi e tendono ad annoiarsi, ecco quindi che possiamo stabilire insieme a loro di destinare tali momenti alla tecnologia.
Esistono tra l’altro moltissimi programmi e giochi interattivi ed educativi molto ben fatti.
Anche il tempo da destinare all’uso della tecnologia va regolato, per evitare il più possibile tensioni e litigi al termine di ogni sessione.
Stabiliamo un tempo che non sia troppo lontano da quello che generalmente concediamo loro, quindi se ad esempio abbiamo un bambino di 4 anni che era abituato a guardare 30 minuti di cartoni al giorno, decidiamo di allungare fino a 40/45 minuti al giorno, se abbiamo un bambino di 10 anni abituato a giocare con giochi elettronici 1 ora al giorno arriviamo anche a concedere 1 ora e mezzo.
Naturalmente queste sono indicazioni di massima, da valutare singolarmente per le singole situazioni. L’importante è mantenere le regole che ci si da, lasciando magari che sia il bambino a programmare il cronometro che tiene i tempi stabiliti, allo scadere il bambino sa che il tempo è finito. Per evitare tensioni possiamo stabilire che al suono del cronometro concediamo il tempo di finire la partita iniziata, tutto ciò che abbiamo stabilito nelle regole poi ci aiuta a gestire al meglio la situazione.
In questa situazione di isolamento è sempre molto importante stare attenti alle regole sull’uso della tecnologia. I bambini si fanno prendere molto facilmente da televisione, videogames e altri intrattenimenti tecnologici e se non siamo noi a definire i tempi rischierebbero di venirne completamente risucchiati.
Soprattutto in un momento come questo in cui i figli sono completamente affidati ai genitori, senza l’appoggio di nonni, baby-sitter, o altri, la tentazione di lasciare che si intrattengano con un tablet o un computer per lasciarci il tempo di lavorare o anche solo di fare le pulizie è forte. Pur avendo maggiore flessibilità, utile per il benessere di tutti, dobbiamo sempre tenere un occhio sulla quantità di tempo, per evitare che si vadano a creare forme di dipendenza che saranno poi difficili da debellare anche una volta terminato il periodo di reclusione.
2. Creiamo momenti speciali.
I momenti speciali, fuori dall’ordinario, che nella vita di tutti i giorni riusciamo a concederci raramente possono diventare in questo periodo delle occasioni che ci uniscono e che segneranno per sempre un ricordo positivo nella nostra memoria.
Tutti noi, a tutte le età, abbiamo bisogno di pensieri positivi, incoraggianti, di provare emozioni piacevoli che ci diano la spinta, la motivazione, che ci facciano sentire vivi.
Cerchiamo quindi di prevedere delle attività speciali che ci permettano di passare del tempo di qualità insieme, che ci facciano sentire un gruppo, che rafforzino il legame tra i componenti della famiglia.
I momenti speciali possono essere scelti tra attività che piacciono ai nostri figli e che generalmente non facciamo spesso, ad esempio cucinare insieme, facendo la pizza o una torta, costruire una capanna sotto cui fare merenda e raccontarci storie, fare un pic-nic sul balcone, fare una serata cinema e pop corn sul divano, organizzare una serata giochi da tavolo, ecc.
Cerchiamo di pianificare una diversa attività speciale ogni giorno e programmiamo insieme ai bambini un’attività per il giorno successivo, ciò permetterà di tenere alto il morale e di svegliarsi al mattino motivati e felici.
3. Manteniamo il contatto con l’esterno
Le relazioni fuori dalla famiglia sono importanti per i nostri figli quanto lo sono per noi, è quindi fondamentale aiutare i bambini a mantenere vivi i contatti con nonni, zii, amici.
Il contatto con le persone amate fa percepire l’affetto e la sicurezza che nulla è cambiato, che tutto andrà bene e ciò li tranquillizza. Aiutiamoli quindi con telefonate, messaggi, videochiamate a mantenere i contatti con le persone per loro importanti.
La minaccia di un nemico tanto invisibile quanto potente come quello che chiamiamo Coronavirus va a colpire uno dei nostri bisogni fondamentali, il bisogno di sicurezza.
La paura di essere colpiti dal virus o che qualcuno che amiamo possa essere colpito può determinare in noi stati di ansia e preoccupazione.
Viviamo inoltre nell’incertezza di non sapere quando potremo tornare alla vita di prima e anche se lo scriviamo, lo leggiamo e ce lo diciamo di continuo non abbiamo certezze sul fatto che andrà tutto bene…
Sentire vacillare la tranquillità di essere al sicuro comporta una serie di emozioni difficili da gestire per gli adulti e ancor di più per i bambini.
Da genitori può essere difficile tenere a bada le nostre preoccupazioni, evitare di trasferirle sui nostri figli e aiutarli a gestire le loro emozioni.
1. Facciamoci le coccole!
Accarezzare, abbracciare, tenere in braccio sono azioni che trasmettono ai bambini un senso di sicurezza e di appartenenza.
Le coccole stimolano la produzione di ossitocina, un ormone che ha un ruolo determinante nella diminuzione dei livelli di stress e ansia.
L’ossitocina inibisce i centri della paura del cervello e stimola la fiducia negli altri.
In questo periodo in cui il tempo per stare insieme non manca ricordiamoci di coccolare più spesso i nostri bambini, farà bene a loro ed anche a noi!
2. Entriamo di più nel loro mondo.
Cerchiamo di interagire e comunicare con i nostri figli a partire dai loro interessi, cercando di stare loro vicino quando fanno cose che amano fare.
Mostriamo ai bambini che ci interessa quello che fanno e quello che a loro piace, facciamo domande, interessiamoci, in modo da riuscire a creare una vicinanza con loro.
In questo modo stimoleremo un senso di fiducia e rispetto reciproco che permetterà una migliore comunicazione fatta anche di confidenze su eventuali paure o preoccupazioni.
3. Leggiamo storie e racconti insieme.
Leggere un libro insieme ai bambini non solo ha tutti i vantaggi che ha in generale la lettura di genitori e figli insieme (risponde ai bisogni di affetto, vicinanza, stimola l’attenzione, la fantasia, la creatività), ma in più ci da la possibilità di parlare di argomenti altrimenti difficili da introdurre con i bambini.
Ad esempio se ci accorgiamo che il nostro bambino è più irritabile del solito o tende a piangere maggiormente, potrebbe essere che senta rabbia o paura per ciò che sta accadendo.
In tale situazione prendere un libro la cui storia sia incentrata proprio su rabbia o paura ci permette di parlare con lui di tali emozioni, parlando di quanto raccontato nel libro, di quel che accade al protagonista e vedere insieme come evolve la storia, cosa fa il protagonista per affrontare la rabbia o la paura e come va a finire. A partire poi dalla storia possiamo provare a chiedere al bambino se anche a lui capiti di sentirsi in quel modo e vedere insieme cosa si può fare per affrontare la situazione.
In molte occasioni anche il genitore non ha risposte, non ha la soluzione, ma anche solo parlarne e cercare insieme qualche idea per stare meglio è utile per aiutare il bambino a diventare consapevole della propria emozione, per condividere il fatto che spesso ci si sente allo stesso modo e a volte si potrebbero anche trovare idee inaspettate per provare a stare meglio!
4. Disegniamo insieme!
Le attività creative permettono di canalizzare le emozioni negative e tirarle fuori.
Disegnare il mostro che ci fa tanta paura ci permette di vedere su carta ciò che temiamo, di dargli una forma e di poter esprimere tutte le emozioni negative che quel mostro stimola in noi.
Inoltre anche il disegno diventa un modo per poterne parlare, per farci raccontare come si immagina qual mostro, come lo fa sentire, cosa lo spaventa, ecc.
Dare al bambino la possibilità di verbalizzare le proprie emozioni gli consente di diventarne consapevole e di poterle esprimere.
Con i disegni fatti, poi, possiamo iniziare a giocare e quindi immaginare o disegnare la distruzione del mostro.
5. Costruiamo il mostro!
Possiamo utilizzare la plastilina o il pongo per creare quel mostro che ci fa tanta paura e poi creare delle storie in cui il mostro interagisce con altri personaggi.
Il bambino potrebbe giocare mettendo in scena il mostro come forte, che abbatte tutti i nemici, o anche creare una scena in cui il mostro viene sconfitto, schiacciato.
Tutte queste immaginazioni aiuteranno il bambino ad elaborare e ad esprimere le proprie emozioni e desideri, dandogli la possibilità di sentirsi anche più forte e meno vulnerabile.
6. Ascoltiamo musica, balliamo, cantiamo!
La musica ed il ballo sono attività che ci uniscono, ci permettono di decomprimere giornate tese, ci danno la possibilità di scaricare tensioni e brutti pensieri.
7. Evitiamo di ascoltare notiziari in presenza dei bambini.
Dai notiziari si possono avere notizie sconcertanti per noi adulti, figuriamoci per i bambini che non hanno le competenze per capire bene cosa stia succedendo.
La visione di immagini forti o l’ascolto di notizie che trattano temi come la malattia e la morte possono scatenare paure nei bambini difficili da metabolizzare.
È giusto spiegare ai bambini, anche ai più piccoli, cosa sta accadendo, cerchiamo di spiegarlo dando informazioni alla loro portata, senza che debbano rimanere sconvolti da qualcosa di più grande di tutti noi.
È bene raccontare, ma non troppo, utilizzando un linguaggio di facile comprensione. Può essere sufficiente spiegare che c’è una malattia, i dottori stanno ancora cercando il modo per combatterla e fino a che non hanno trovato una medicina restiamo a casa per non ammalarci.
Il periodo che stiamo vivendo può essere particolarmente difficile per tutti e ognuno di noi vive la situazione odierna con le proprie preoccupazioni, le proprie difficoltà.
La presente guida vuole essere un aiuto, uno spunto di riflessione da utilizzare con flessibilità e tolleranza.
Ogni famiglia ha caratteristiche proprie, è importante soprattutto nei momenti critici come quello in cui stiamo vivendo riuscire a non irrigidirsi troppo su regole o modalità da seguire.
Se per esempio un genitore è già di per sé particolarmente turbato, perché ha parenti o amici in ospedale, o perché c’è un nonno particolarmente a rischio o anche solo perché tende ad essere sensibile all’ansia è importante che riesca innanzitutto a gestire le proprie emozioni e poi cerchi di seguire qualche indicazione, senza far diventare questa l’ennesima prova da superare.
Ricordiamoci di essere flessibili con noi stessi e con i nostri figli e cerchiamo di tollerare e perdonare noi stessi e gli altri per eventuali momenti di difficoltà che inevitabilmente si creeranno.
Se sentite di stare per scoppiare perché la situazione diventa ingestibile prendetevi un attimo di pausa, staccatevi dalla situazione, anche solo andando in bagno o sul balcone per qualche momento, fate qualche respiro e aspettate di ritrovare la calma prima di tornare in famiglia.
I momenti difficili ci sono per tutti, quel che importa è riuscire a superarli senza fare troppi danni.
Curatevi anche di voi stessi, la serenità dei genitori ha sempre grandi benefici sui figli.
E ricordate che si tratta di un periodo che finirà e dobbiamo solo stringere i denti per un po’